mercoledì 27 maggio 2020

Viaggi nel tempo: cercasi volontari!

Bentrovati! 

Il terzo esercizio di scrittura che condivido fa parte della categoria tecnica. 

Ho amato questo esercizio perché ho avuto l'impressione di essere riuscita a mettere per iscritto quello che una persona qualsiasi avrebbe pensato in una situazione simile. 

Mi veniva richiesto di immaginare di offrirmi volontaria per sperimentare una macchina del tempo (come sempre metto la traccia dell'esercizio) e mi è sembrata una bella idea cimentarmi in questa prova. 

Penso che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo immaginato come sia ritrovarsi in un'altra epoca, nel futuro o nel passato, e gli innumerevoli film e serie tv che hanno cavalcato questa idea dimostrano che sia un argomento piuttosto interessante. La maggior parte di noi però sogna sempre di essere già "arrivato" nell'altro periodo storico e non si sofferma a riflettere sul viaggio che dovrà fare per arrivarci. 


Questo esercizio ha il grande pregio di far lavorare la mente dello scrittore su tale aspetto e potrebbe addirittura essere un buon incipit per un racconto o romanzo fantascientifico. 

Vi lascio all'esercizio.

Finalmente un'azienda ha brevettato la macchina del tempo e cerca persone che vogliano testarla. Tu ti offri come volontario... 

   Mentre mi guardo intorno, all'interno di questa specie di lattina viola, la mia testa continua a urlare “ma chi me lo ha fatto fare?”. Devo essere impazzita quando ho deciso di offrirmi volontaria per questa prova, ma l’annuncio era scritto benissimo e mi aveva stuzzicato parecchio. Pensavo fosse la solita burla da sito di annunci e invece eccomi qui, a testare una macchina del tempo. Io! Chi l’avrebbe mai detto? Però se funziona posso davvero tornare indietro e capire, o almeno cercare di farlo, cos'è successo in quella primavera caldissima di trentanni fa. Ho dimenticato praticamente tutto della mia infanzia, non ho ricordi che vadano più indietro dei 12 anni e mi sono sempre chiesta, dagli anni della ragione in poi, cosa fosse successo in quel maestoso campo di grano di zio Luigi. Ricordo solo che eravamo li, Enrico il mio migliore amico, Aurora la cugina con la quale siamo cresciute come sorelle e poi c’era Elisabetta, che tutte noi chiamavamo Bettina, perché la più piccola del gruppo. Non ricordo nient’altro di quel pomeriggio se non il fatto che quando siamo rientrati a casa c’eravamo solo io, Michele e Aurora. Il destino di Elisabetta da quel giorno mi è sempre stato ignaro ma vedevo negli occhi degli adulti che c’era qualcosa che riguardava la piccola Bettina che non doveva essere detto. A poco a poco il ricordo di quella bimba dai capelli castano dorato è scomparso dalla mia mente, come gli avvenimenti di quel giorno, ma nel mio cuore è sempre rimasta una piccola scintilla che mi ricorda di lei. A volte, quando il vento caldo della primavera mi soffia accanto, mi pare di vederla per un solo attimo, è li che corre nel campo di grano mentre rincorre una cavalletta da una spiga all'altra. Cosa ti è successo piccola Elisabetta? Perché i grandi non ne hanno più voluto parlare? È da allora che mi sento responsabile per la tua scomparsa anche se anch'io ero  una bambina solo di qualche anno più grande di te. Sono veramente colpevole? “Adesso iniziamo il conto alla rovescia da 5 a 0, sei pronta?”. La voce dell’operatore Victor mi arriva dall'altoparlante davanti a me. Una volta finito il conto alla rovescia la macchina mi trasporterà all'interno del tunnel spaziotemporale e potrò tornare in quel campo di grano. “Sono pronta”, rispondo. Non lo sono davvero, non lo si può essere se stai sperimentando una macchina per i viaggi nel tempo, ma ormai ci sono. 

Il testo presenta 408 parole in 27 righe

Come sempre, fatemi sapere se vi è piaciuto e se vi cimenterete anche voi in questo esercizio. 

Alla prossima! 

domenica 24 maggio 2020

I pensieri di un cane abbandonato.

Il secondo esercizio di scrittura che ho fatto riguardava il campo della tecnica. Toccava un argomento a me molto caro in quanto io sono una grande amante di cani e gatti e mi chiedeva di scrivere una scena in cui un cane veniva abbandonato. 

Forse, tra i testi che ho fatto è stato quello che mi è piaciuto di più fino ad ora.

In aggiunta all'utilità degli esercizi anche il blog aiuta. Scrivere e sapere che (forse) qualcuno leggerà è in fondo lo scopo di ogni scrittore no? È vero che si scrive principalmente per sé stessi, ma d'altronde ognuno di noi ama infinitamente l'idea che i propri scritti possano essere letti e amati da altre persone. Il motivo per il quale esistono gli scrittori è esattamente questo. 

Vi lascio al racconto. 

Scrivi la storia di un cane abbandonato dal suo punto di vista. Ogni parola può essere usata solo una volta, quindi non ci devono essere ripetizioni (ad eccezione di articoli, congiunzioni e preposizioni). 

Luca mi ha legato con il guinzaglio a questo palo sulla strada, accarezzandomi ha detto “Mi dispiace”, poi è salito in macchina ed è andato via. È passato un po’ di tempo, è diventato buio, fa più freddo e sopra di me posso vedere le stelle. A quest’ora sarebbe dovuto tornare a prendermi, avrà sicuramente finito con le sue commissioni importanti dove non poteva portarmi. D'altronde i cani non possono entrare ovunque quindi lui ha pensato giustamente di lasciarmi qui per poi riprendermi quando sarebbe stato libero. Chissà come mai non mi ha lasciato in salotto come fa di solito? Mi accuccio un po’ più stretto con il muso tra le zampe, la brina notturna mi sta bagnando il pelo. Sono preoccupato, e se gli fosse successo qualcosa? Luca era stranamente agitato quando mi ha lasciato, potrebbe aver avuto un incidente. Dovrei cercare di slegarmi e andare a cercarlo o incontrare qualche umano che capisca cosa voglio dire per chiedere aiuto. Gli uomini non sono come noi, non capiscono altra lingua al di fuori di quella dei propri simili e qualche volta non si capiscono neanche tra di loro. Sono una specie strana, però il mio è ok. Ha i suoi difetti ma si è sempre preso cura di me, ho sempre trovato la ciotola del cibo piena e dell’acqua fresca e pulita, insomma assolutamente accettabile come padrone.  Guardo la carreggiata, è notte e non ci sono luci all'orizzonte. Non so dove sono, non avevamo mai fatto questo percorso e con il naso fuori dal finestrino non riuscivo a riconoscere nessun odore familiare. Luca, è tutto ok? Spero proprio di si… Annuso un po’ l’aria e niente, ancora nessun profumo che io conosca. Inizio a mordere il laccio che mi tiene incatenato a questo pezzo di ferro conficcato per terra, se mi slego posso tentare di trovarlo. Sto mordendo ormai già da un po’, Luca mi ha sempre comprato prodotti di ottima qualità quindi la stoffa della cordicella è abbastanza spessa. Sento un rumore di motore in lontananza, alzo lo sguardo e vedo dei fari. Mi sembra di distinguere un suono conosciuto. Man mano che si avvicina riconosco anche gli odori. Si ferma ma resta accesa ascolto il rumore dello sportello. Mi alzo in piedi. Luca mi stringe forte a sé “Perdonami, non so cosa mi sia venuto in mente. Mi vuoi ancora bene Cody?”. Lo esamino attentamente in faccia per un attimo e poi inizio a leccargli il viso. Sul sedile mi aspetta una coperta calda e un bastoncino di carne secca. Luca si mette al volante. Torniamo a casa. 

Questo testo contiene 431 parole in 27 righe

Vi è piaciuto? Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti e se anche voi state svolgendo gli esercizi di scrittura. 

Per salutarvi allego una foto del mio Cody che è stato salvato da una strada e ora è amato e coccolato più che mai! 




mercoledì 20 maggio 2020

Quando scompari nel nulla.

Gli esercizi di scrittura hanno due grossi meriti a mio parere. 

In primo luogo, ti legano a una ciclicità nello scrivere che, soprattutto all'inizio, è difficile possedere. Personalmente sono una persona che va poco d'accordo con la routine, è qualcosa che invece di darmi un senso di sicurezza mi regala una "simpaticissima" sensazione di claustrofobia.

Il pensare di avere degli esercizi da poter fare e, inoltre, di poter scegliere di volta in volta con quale esercizio cimentarmi senza dover seguire un ordine prestabilito mi aiuta moltissimo nel portare a termine l'operazione.

Il secondo aspetto positivo degli esercizi di scrittura è che aiutano tantissimo nella cosiddetta ansia da pagina bianca. Il blocco dello scrittore è un male che sembra segnare tutti, anche i più grandi scrittori contemporanei raccontano di periodi in cui davanti a quel foglio bianco non riescono proprio a tirar fuori una frase decente. Spesso non si inizia neanche a scrivere e si passa il tempo semplicemente a fissare quel candido spazio.

Avere una traccia da seguire toglie gran parte del problema. Certo, non lo elimina del tutto perché può sempre capitare di non saper che scrivere, ma se si stanno facendo gli esercizi basta passare a una traccia che ci ispira di più. 

Come già detto, gli esercizi di scrittura sono stati presi dal sito libroza.com di Carmen Laterza. Il primo in cui mi sono voluta cimentare è il numero dieci che fa parte della categoria Creatività.

Le regole generali per ogni esercizio sono quelle di scrivere un testo tra le 200 e le 500 parole, il limite di righe da impiegare è tra un minimo di 15 e un massimo di 40.

Ecco a voi il risultato. 

Facendo zapping in tv scopri che a Chi l’ha visto? i tuoi parenti ti danno per scomparso e ti stanno cercando…

Mi lancio sulla poltrona con panino e birra in mano. La mia giornata è finalmente finita e trovo che rilassarmi un po’ davanti la tv prima di andare a dormire non possa che farmi bene. Accendo il decoder e piombo su una puntata di “Chi l’ha visto”. Perfetto, penso, quale programma migliore per finire questa giornata già permeata di ansia? Alzo un po’ il volume, mi metto comoda sulla poltrona e azzanno il panino. Cotto, funghi e salse, le uniche cose rimaste nel frigo. Resto con i denti affondati nel pane quando la televisione mi rimanda indietro la mia immagine in una foto segnaletica con la tipica descrizione al seguito. A quanto pare la mia famiglia non sa più dove io sia finita e mi sta cercando. Mi avvicino di più al televisore sporgendomi dalla poltrona. Sembrano tutti così dannatamente preoccupati che non posso fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata. - Serena è stata vista per l’ultima volta il 15 gennaio alla stazione dei treni di Torino, mentre saliva su un convoglio internazionale diretto in Francia. Indossava t – shirt grigia, jeans blue, scarpe nere e aveva con sé uno zainetto blu. Chiunque l’avesse vista può contattare la redazione ai nostri numeri in sovrimpressione -. Mi guardo intorno, quasi come se mi aspettassi di essere scoperta da qualcuno, ma ci sono solo io in questa casa alla periferia di Barcellona. Ho lasciato tutto dietro di me e da quel giorno alla stazione non ci avevo più pensato. Solo ora sono ripiombata nella realtà, ora che ho visto i visi della mia famiglia con quelle smorfie di dolore. Chissà se ci credono davvero? Se lo saranno ripetuti talmente tanto da essersi convinti che veramente gli importa qualcosa di me! Lancio una rapida occhiata al telefono appoggiato sul tavolino accanto alla poltrona e per un solo secondo penso che potrei chiamare la trasmissione e dire che sono viva, sto bene e che semplicemente non voglio essere trovata. Potrei. L’idea fugge via dalla mia mente in un lampo, non posso e non voglio dare mie notizie e, cosa ancora più importante, non voglio che mi trovino. Ascolto ancora la trasmissione per capire se hanno un’idea di dove io sia ma sembra di no. Dalla televisione arrivano solo le tipiche frasi “lei non lo avrebbe mai fatto” oppure “chiamaci almeno per dire che stai bene”. Non sanno dove sono e questo mi tranquillizza. Finisco il panino e la birra, spengo il televisore. Anche oggi ho portato a casa la pelle.

Il testo presenta un totale di 418 parole in 27 righe.

Lasciatemi un commento se vi va per farmi sapere cosa ne pensate e se anche voi amate scrivere. Ogni suggerimento è ben accetto.

Al prossimo esercizio di scrittura. 😊


lunedì 18 maggio 2020

21 esercizi per scrittori in erba

Ho iniziato qualche giorno fa a fare degli esercizi di scrittura. Perché va bene la passione, va bene essere "portata" (forse...) ma ovviamente per avere risultati bisogna impegnarsi ogni giorno. 

Ho trovato degli esercizi utilissimi sul sito 
https://libroza.com dove, oltre a questi esercizi, potete trovare molte risorse utili se la scrittura permea la vostra vita. Carmen Laterza, autrice del blog, condivide tantissime notizie, interviste e suggerimenti. La sua pagina è sicuramente una stella polare per chi si barcamena in questo settore e vi consiglio di farci un salto. 

Gli esercizi che propone Carmen sono divisi in settori: punto di vista, creatività, descrizione, tecnica e un'ulteriore branca bonus.

Amo profondamente gli esercizi di creatività, trovo siano quelli che mi fanno stare meglio mentre li scrivo perché posso spaziare con la mente. Ovviamente, però, devo impegnarmi a fare anche gli altri. 



Ho aperto questo blog con lo scopo di avere un posto dove poter pubblicare i miei esercizi in modo che la cadenza di pubblicazione, che non vorrei fosse maggiore di uno - due giorni, mi porti a lavorare sugli esercizi. Dal prossimo post, quindi, inizierò a pubblicare i miei esercizi di scrittura senza dimenticare anche di scrivere altri tipi di articoli, con la speranza che qualche navigatore del web possa trovarli interessanti. 


sabato 16 maggio 2020

La strada dell'inferno è lastricata di buone intenzioni.

Cosa c'entra il titolo con questo post? Niente, credo.

La verità è che sto aprendo questo blog per avere un posto dove pubblicare i miei esercizi di scrittura. 

Se c'è una cosa che il Covid mi ha fatto capire, anche se ci sono arrivata a fine quarantena (con calma Sere, non c'è fretta alcuna...), è che quello che mi piace fare è scrivere. Tesi per amiche, relazioni conto terzi, esercizi di scrittura creativa, lista della spesa, elenco di imprecazioni per varie ed eventuali, non è un problema per me. Io amo scrivere e questo è forse l'unico punto fermo della mia vita. 

Perciò, eccomi qui, io sono Serena e voi siete davvero dei poveri stolti se pensate che da queste pagine possa uscire qualcosa di buono. 





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